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Nebbie
Quando una tempesta di neve ci costringe a fermarci e, nella nostra temporanea inattività forzata, a prenderci finalmente il tempo di osservare la natura e l’ambiente in cui siamo quotidianamente immersi, ci stupiamo immancabilmente davanti alla sua bellezza, osservandolo come se fosse la prima volta. In questo senso l’occhio sensibile del fotografo ci aiuta, guidandoci a focalizzare la nostra attenzione su scorci e vedute di commovente poesia. Le colline del piacentino a pochi chilometri da Milano, Torino e Genova si trasformano in luoghi onirici, fuori dal tempo, luoghi della mente. Paesaggi ammantati di bianco, immersi in una dimensione sospesa, ovattata.  Il confine tra la terra e il cielo è talmente labile da essere pressoché indistinguibile. Gli esili profili dei pochi elementi che affiorano dall’abbraccio del manto nevoso disegnano un elegante ricamo fatto di fili d’erba, di rami spogli, di rivoli d’acqua che solcano i prati immacolati. Il delicato segno grafico di queste “ombre” emergenti dalla neve, simili a fantasmi vaganti in un limbo nebbioso, ricorda le atmosfere crepuscolari delle bellissime incisioni di Federica Galli, grande artista milanese recentemente scomparsa (1932-2009). Ci lasciamo trasportare nella dimensione del silenzio e della quiete mistica tipica di un luogo sacro e ameno: sensazione preziosa proprio perché molto lontana ormai, per non dire quasi estinta, dalla rumorosa e concitata quotidianità urbana del nostro vivere contemporaneo.

 
 

 
 
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